In periodo di vacanza, vorrei parlarvi del tema della cura e manutenzione delle Tompoma, che sono sì un prodotto molto robusto, ma fatte come tutti gli oggetti di materiali che se trattati bene durano più a lungo.

L’elemento più aggressivo per i materiali è la salsedine. Andare al mare è senza dubbio una cosa bellissima, che offre momenti di relax e divertimento, ma è importante essere consapevoli degli effetti negativi che l’ambiente marino può avere sugli oggetti che utilizziamo, specialmente su quelli costruiti con materiali sensibili. La salsedine, infatti, è una combinazione di acqua e sale che si deposita sulle superfici esposte, come quelle di metalli, plastiche e rivestimenti.

Effetti della salsedine sui materiali:

  1. Metalli:
    • La salsedine è particolarmente dannosa per i metalli. Il sale accelera il processo di ossidazione, portando alla formazione di ruggine. La ruggine non solo compromette l’aspetto estetico dei metalli, ma ne riduce anche la resistenza e la durata nel tempo.
    • Alcuni metalli, come l’alluminio, possono sviluppare una patina di ossido che li protegge in parte, ma nel caso di metalli ferrosi (come l’acciaio), la ruggine può rapidamente indebolire la struttura.
  2. Plastiche:
    • Anche le plastiche non sono immuni ai danni causati dalla salsedine. La combinazione di sole, vento e sale può causare un deterioramento della superficie delle plastiche, rendendole fragili e soggette a crepe o scolorimenti.
    • La salsedine può penetrare nelle microfratture delle plastiche, ampliandole e rendendo il materiale più suscettibile a danni ulteriori.
  3. Rivestimenti:
    • I rivestimenti protettivi, come le vernici o i trattamenti superficiali, possono essere erosi dalla salsedine. Questo può portare all’esposizione del materiale sottostante e accelerare il processo di deterioramento.
    • I rivestimenti organici, in particolare, possono essere danneggiati dalle proprietà abrasive del sale marino, perdendo la loro efficacia protettiva.

Manutenzione e prevenzione: Per mitigare questi effetti negativi e prolungare la vita utile degli oggetti esposti all’ambiente marino, è fondamentale eseguire una manutenzione regolare. Un passaggio cruciale in questa manutenzione è il risciacquo con acqua dolce. Dopo una giornata al mare, si raccomanda di sciacquare accuratamente le Tompoma (un tipo specifico di calzature o attrezzature) con acqua dolce per rimuovere i residui di salsedine.

Procedura di risciacquo:

  1. Preparazione:
    • Procurarsi una fonte di acqua dolce, come un rubinetto o una bottiglia d’acqua, e assicurarsi di avere un luogo dove poter risciacquare comodamente gli oggetti.
  2. Risciacquo:
    • Utilizzare un flusso continuo di acqua dolce per lavare via tutti i residui di sale. È importante assicurarsi di raggiungere tutte le superfici, incluse le fessure e le parti meno accessibili.
  3. Asciugatura:
    • Dopo il risciacquo, asciugare bene gli oggetti con un panno pulito o lasciarli asciugare all’aria in un luogo ombreggiato per evitare ulteriori danni causati dal sole.

Seguendo queste semplici pratiche di manutenzione, è possibile preservare l’integrità e la funzionalità degli oggetti esposti all’ambiente marino, garantendo una maggiore durata e riducendo la necessità di sostituzioni frequenti. La prevenzione è la chiave per mantenere in buone condizioni i materiali e godere appieno delle giornate al mare senza preoccupazioni per i danni causati dalla salsedine.

Altra cosa che potrebbe capitare è che le elevate temperature che i prodotti possono raggiungere se lasciati sotto il sole, possano danneggiare le colle che servono per affrancare il materiale in EVA che ricopre le manopole e i poggia avambracci, tenere le Tompoma all’ombra se possibile aiuta a far durare più a lungo queste componenti, ma nel caso vi ricordo che le parti eventualmente rovinate sono sostituibili

Può poi capitare che col tempo, che siate al mare oppure in montagna, sabbia o polvere di dimensioni molto fine si infilino in posti impensabili, in interstizi infinitesimali, e questo potrebbe col tempo causare piccolissimi rumori simili a cigolii. Non spaventatevi, normalmente è sufficiente smontare i tubi, dargli una pulita con uno straccio e rimontarli e tutto tornerà a posto (vi ricordo che soprattutto se fate un uso intensivo, ogni 2 anni le aste inferiori è meglio sostituirle).

Le parti di maggior consumo sono i gommini, per quelli dovete periodicamente fare un controllo visivo, e come dicevo in questo articolo se usate gommini di buona qualità, non è tanto importante che il “battistrada” non sia consumato, quanto che la gomma sia buona, e certamente che il fondo del gommino non sia tagliato.

Un ultimo elemento di attenzione: il cuff (in Italia il posto dove si appoggia l’avambraccio si chiama “appoggio antibrachiale”, gli anglosassoni lo chiamano cuff). Questa parte è fissata saldamente all’asta superiore delle Tompoma con 2 rivetti posti sotto il rivestimento adesivo in EVA, dopo ripetute cadute dell’ausilio, potrebbe accadere in rari casi che ci sia un piccolo gioco o movimento del cuff stesso. Questa cosa, ripeto rara, non è pericolosa, il pezzo non si staccherà, ma può essere fastidiosa. In questo caso è necessario un intervento di sostituzione dei 2 rivetti, quindi l’avvertenza è: cercate di non farle cadere.

Per chiudere questo breve capitolo su “uso e manutenzione” mi piace condividere con voi questa lettera di un cliente Tompoma, che si firma e mi autorizza a pubblicarla. Andrea Ilari ci racconta come è arrivato a Tompoma e come ci si trova, e la sua testimonianza è particolarmente piacevole per noi, perché lui non è un “utilizzatore a tempo indeterminato” (ovvero uno che conosce profondamente le criticità delle normali stampelle e che quindi sa con più facilità apprezzare i vantaggi di Tompoma), ma è una persona che per un tempo limitato utilizzerà stampelle e che con Tompoma è riuscito anche a fare un po’ di vacanza in montagna…

02/08/2024

Le mie Tompoma Z 21 PRO

Mi chiamo Andrea Ilari e vivo in provincia di Treviso. Nello scorso mese di aprile ho subito un infortunio cadendo da un piccolo scaletto e ho riportato una distorsione a ginocchio e caviglia sinistri con frattura del perone. Mi hanno ingessato e sono quindi stato costretto ad utilizzare le stampelle. Dopo le prime settimane avvertivo già dolore ai polsi e al palmo delle mani.

Le ho pertanto sostituite con un altro paio a cui ho imbottito le impugnature con materiale di fortuna per migliorare il confort di mani e polsi, ma non è servito a molto. Il ginocchio ha riportato diverse lesioni e mi sarei dovuto sottoporre ad un intervento chirurgico: tra l’attesa e la riabilitazione avrei dovuto utilizzare le stampelle almeno fino ad agosto. Poiché il dolore ai polsi e alle mani non accennava a diminuire la cosa stava iniziando a preoccuparmi.

Mosso da questa preoccupazione mi sono messo a cercare sul web stampelle più confortevoli. Un modello ha catturato la mia attenzione: non ne avevo mai viste prima di fatte così, erano le ‘Tompoma’. Sono sempre stato attratto dalle cose originali e fuori dagli schemi e queste lo erano davvero.

Ho scoperto che l’inventore è una persona con una disabilità dalla nascita, e ho pensato che sicuramente se ne intende, visto che le deve usare da sempre, e questo mi ha dato grande fiducia. Ho preso contatti con Renato Brignone, che è stato da subito molto disponibile, gentile e professionale, ed ho acquistato il modello Z 21 PRO. Nel giro di due giorni mi sono arrivate.

Non vedevo l’ora di provarle. Già al primo utilizzo ne ero entusiasta e quando la mia compagna le ha viste ha esclamato “ Wow che belle !”. Sono robuste e i materiali di ottima qualità. Sono davvero comode e quando le utilizzo mi sento sicuro e stabile. Da subito il dolore ai polsi e alle mani è scomparso. Il costo è superiore agli altri modelli in commercio, ma è un ottimo investimento e una volta utilizzate le ‘Tompoma’ non torni più indietro ai soliti modelli.

Le ‘Tompoma’ hanno alleggerito questo periodo difficile e ieri sono anche riuscito a fare una gita in montagna. Ringrazio Renato che ha imparato a trasformare la sua difficoltà in facoltà e l’ha condivisa con gli altri. Andrea Ilari