Nel novembre del 2022, Renato Brignone, inventore delle Tompoma, ha partecipato al TEDx Spoleto.
Scopri in questo articolo, dalle parole di Renato, la magia dietro all’invenzione di un ausilio che ha cambiato la vita a molte persone.
“I fumettisti hanno una marcia in più, loro non inventano delle storie, inventano degli interi mondi. C’è un universo parallelo in cui Spider-man ha le stampelle, quindi un supereroe in un altro mondo con le stampelle come io ho le stampelle e sono in questo mondo ma ho un superpotere.
Vedete, quando io passo, le persone si girano, mi guardano, ho la loro attenzione. Ero un bambino quando l’ho scoperto e non avevo la più pallida idea di cosa avrei fatto di questo superpotere. Mi dicevo: passa uno con gli occhiali e non lo guarda nessuno, passo io con le stampelle e mi guardano tutti.
Gli occhiali hanno fatto passi evolutivi enormi. Adesso sono un oggetto bello, chic, cool, di design. C’è chi si fa fare occhiali con le lenti neutre pur di poterli mettere, mentre le stampelle no. Le stampelle sono brutte, stigmatizzanti. Quindi tu associ stampella a disabilità, brutto a disabilità.
Eppure, gli occhiali hanno ispirato anche loro un supereroe. Credo che i fumettisti siano più avanti. In questa sala sicuramente molti di voi portano gli occhiali, ma dubito fortemente che ci siano molti tra voi che si sentono disabili.
Questo binomio bruttezza e disabilità mi ha fatto pensare parecchio e Spider-man mi ha fatto pensare. Spider-man dice: “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, e lì ho capito grazie a Spider-man come avrei usato il mio superpotere. Avrei fatto in modo che quando la gente mi guardava non avrebbe più visto delle stampelle, ma avrebbe visto un oggetto wow. Possibile.
In verità, io non avevo solo bisogno dell’oggetto wow che può giusto gratificare il mio narcisismo, che non è poco. Io avevo bisogno di un ausilio un po’ più efficiente, un po’ tanto più efficiente per andare in montagna. Perché io vado in montagna, amo la montagna da morire. Sono andato in cima al Monte Rosa con un paio di stampelle normali, le ho rinforzate, mi sono fatto le mie otto ore per arrivare in cima.
Me ne aspettavano ancora otto a scendere. Poi mi sono seduto sulla neve ghiacciata e fredda, ho guardato il panorama stupendo, ma poi ho guardato le mie mani: erano devastate, piene di fiacche e piaghe. Dovevo fare ancora otto ore a scendere e, dopo aver guardato le mani, mi sono concentrato sui miei dolori muscolari dappertutto: sulle spalle, alla schiena, le braccia. Ho detto basta, non si può andare in montagna con delle stampelle così. Quello è il momento in cui ho deciso che le stampelle sarebbero cambiate.
Ora, voi vedete queste stampelle. Avete in mente forse cosa sono le stampelle normali, e devo spiegarvi tecnicamente cosa è cambiato. Semplice: quando io appoggio e faccio il passo, l’asta è a 90 gradi sul terreno, non è difficile. Le stampelle tradizionali hanno sempre un angolo minore di 90 gradi. Su questo palco che è in discesa, con un paio di stampelle tradizionali, per terra, ma non solo.
Voi avete presente le stampelle tradizionali come sono fatte, come si regolano. Hanno un perno passante. Quel perno passante vuol dire che o ti fai andare bene questa altezza o quell’altra. Queste no, hanno un tubo che chiude su un tubo come il sellino della bicicletta. Non è che ho inventato niente, ma quel perno passante, dopo un po’, si slabbra. Immagino che voi lo sappiate: le stampelle si sentono prima di vederle.
Immaginatevi un ragazzino di 17 anni che deve tornare a casa a mezzanotte, lucido. Ci siamo già capiti. La mia adolescenza: arrivi a mezzanotte e mezza, luna, ed entri piano piano in casa e ciccì… “Renato, è questa l’ora di arrivare?” Ecco, questa era stata la mia adolescenza.
Immaginatevi un amante della montagna che passeggia. “Oh, guarda, una marmotta.” Senti che bello il vento che soffia tra le chiome degli alberi. Ciccì… senti cosa? No, doveva cambiare tutto. Bene, è cambiato tutto. Non bastava. Le signore in questa sala mi aiuteranno e mi confermeranno che se esci con la borsetta sbagliata, cambia tutto. Allora, tu sbagli il colore della borsetta e ti arrabbi come una bestia.
Io vengo qua e vi parlo della stampella di Spider-man e c’ho sulle ragnatele. Se venivo con una stampella verde, dovevo parlare della stampella di Hulk, per dire. È un oggetto che tu usi, che è tuo, è come gli occhiali. Quindi colori, quindi materiali giusti, perché lo prendi in mano migliaia di volte al giorno. Quindi un materiale anallergico, morbido, non è che si chiede chissà che cosa.
Ve l’ho spiegata in tre minuti, ma ci ho messo dieci anni. Cioè, tu prendi una mole di problemi, li traduci in un oggetto che riassume e semplifica la soluzione, e passa del tempo. I supereroi in quel tempo sono cambiato io, ma sono cambiato profondamente. Una volta ero… sapete quei disabili supereroi? Ecco, quelli che quando fanno una roba, tipo arrivare in cima alla montagna: “Wow, bravo, ce l’hai fatta, sei un grande.” Io ero così. Sono ancora un po’ così.
Sono cambiato perché prima ero orgoglioso delle mie imprese, adesso sono orgoglioso perché ho fatto un oggetto semplice che semplifica la vita agli altri e, come i supereroi, ho dato una mano. Niente di più, niente di più naturale. Non era più il tempo in cui io dovevo conquistare la montagna, era il tempo in cui dovevo…
La semplicità. Sono stato conquistato dalla montagna. È cambiato tutto. E quindi, cambiando io, erano cambiati i miei desideri. Io stavo cercando il mio posto. Io sono diventato una persona rilassata, pacifica. Prima ero… ci sono, eh, i disabili, sai, quelli aggressivi, agguerriti, un po’ incazzati col mondo, e peraltro anche un qualche diritto.
Ma al mondo non gliene frega niente se tu sei incazzato, meglio che ti rilassi, meglio che trovi il tuo posto, i miei quattro sassi. Ecco, la montagna, quando mi sono rilassato, mi ha insegnato la semplicità, la pacificità.
Ci è voluto molto tempo perché trovato il posto, i quattro sassi andavano sistemati, ristrutturati, resi vivibili e accoglienti, ma alla fine ce l’ho fatta. Quegli sforzi sono stati ripagati e la semplicità che cercavo l’ho trovata.
A questo punto voi legittimamente mi chiederete: “Quindi sei venuto qua, ci hai fatto tutto sto pippone di quella fatica, gli investimenti, le tensioni per dirci che la semplicità è quella che ti rende felice?” Eh sì, devo dire che è quello, cioè non è che c’è molto altro da dire.
Ma anche voi, chiunque di voi, quando intraprende un viaggio, è durante il viaggio che capisce veramente se vuole arrivare a quella meta o se a metà strada dice: “No, non era proprio lì che volevo andare.” I più fortunati cambiano strada.
E allora, come Spider-man, alla fine di ogni avventura, cosa fa? Uccide il cattivo, si toglie la tuta e torna a casa, a casa sua, pacifico, è un bravo ragazzo e sereno. Spider-man, quando non ha la tuta, anch’io sono sereno, spesso, magari oggi no, ma spesso.
Il problema è che io sono convinto che dentro ognuno di noi ci sia un superpotere. Il mio superpotere è farmi guardare e non sapevo cosa ci avrei fatto. E adesso tutti mi guardano e dicono: “Però, bella, bella.”
Il concetto di bellezza è quello che ci salverà tutti su qualunque tema, è la bellezza e la serenità. Ho scoperto che chiunque di noi può diventare un supereroe. Io ho la mia ricetta, per carità, non vale per tutti, per molti però sì.
Tu guarda, guarda chi ti guarda, osserva chi ti osserva. Nella tua stranezza c’è il tuo superpotere.”